7 ottobre 2025
Le mani sono uno degli strumenti di lavoro più esposti e meno protetti in molti ambienti professionali. A differenza di rischi evidenti come tagli o impatti, l’esposizione a sostanze chimiche è spesso subdola e sottovalutata: non provoca dolore immediato, ma può causare danni seri nel tempo.
Dermatiti da contatto, arrossamenti, screpolature croniche, ma anche assorbimento di sostanze tossiche attraverso la pelle: sono tutte conseguenze comuni del contatto ripetuto con colle, solventi, detergenti alcalini o acidi, usati ogni giorno in ambiti come l’industria, la manutenzione, la pulizia o l’edilizia.
Molti operatori utilizzano guanti generici o addirittura lavorano a mani nude, pensando che un'esposizione "breve" non sia pericolosa. In realtà, bastano pochi minuti di contatto regolare per compromettere l’integrità cutanea, con conseguenze sul lungo termine anche molto serie, sia sanitarie che legali.
In ambienti professionali come laboratori, officine, edilizia e industria, l’uso di guanti di protezione da agenti chimici è spesso sottovalutato.
In questa guida ti spieghiamo come orientarti, cosa indicano gli indici di protezione dei guanti chimici e quali materiali offrono le migliori performance.
I guanti per la protezione da agenti chimici sono regolati dalla norma EN ISO 374, che definisce i requisiti che devono soddisfare in termini di:
Penetrazione è un fenomeno “meccanico”, legato alla porosità del guanto. Permeazione, invece, è chimica: anche un guanto apparentemente intatto può essere attraversato da una sostanza se il materiale non è adatto.
Per questo motivo, un guanto può risultare impermeabile all’acqua, ma non garantire protezione da una sostanza chimica specifica.
Gli indici di protezione dei guanti chimici, regolati dalla norma EN ISO 374, classificano ogni prodotto in base alla capacità di resistere alla permeazione di agenti chimici. I guanti vengono classificati in tre categorie:
Resistono ad almeno 6 sostanze chimiche (livello di permeazione ≥ 30 minuti ciascuna) Ideale per ambienti ad alto rischio chimico, dove la varietà delle sostanze utilizzate è elevata.
Resistono ad almeno 3 sostanze chimiche per almeno 30 minuti Adatto per ambienti con rischio chimico moderato, ma presenza costante di agenti specifici.
Resistono ad almeno 1 sostanza per almeno 10 minuti Indicati solo per esposizioni molto brevi e saltuarie, o per lavori a basso rischio.
I pittogrammi riportati sul guanto sono accompagnati da lettere che identificano le sostanze testate (es. A = metanolo, K = idrossido di sodio, ecc.).
La protezione chimica non si basa sullo spessore del guanto, ma sul materiale specifico e sulla sua resistenza alle sostanze con cui entra in contatto.
I principali materiali impiegati sono:
In Nuova Laig trovi una gamma di guanti di protezione chimica in nitrile, neoprene, e lattice, certificati EN ISO 374 e adatti a diverse tipologie di agenti chimici.
I guanti di protezione da agenti chimici non si scelgono “a occhio”: è necessario conoscere il tipo di agente, la durata dell’esposizione e il contesto operativo. Conoscere la differenza tra penetrazione e permeazione, e comprendere la classificazione A–B–C, permette di proteggere davvero l’operatore da rischi invisibili ma potenzialmente gravi.
La sicurezza non si improvvisa: affidati a prodotti testati, certificati e adeguati all’uso.
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